sabato 31 maggio 2008

Bambini 2

















I bambini che aspettano,muti, invisibili
I bambini che non hanno ancora un volto
I bambini con i loro calci e senza dimensione
I bambini che aspettiamo, ansiosi,tremanti
I bambini che vogliamo siano noi stessi tra vent’anni
I bambini già cosi presenti e ancora non nati
I bambini rannicchiati nel ventre
I bambini pronti alla vita, cosi forti, cosi decisi
I bambini che ci fanno piangere, tremare….
I bambini che ci fanno sognare
I bambini che, con un urlo si affacciano alla vita.

Eccomi qui. Sono pronto, anche un po’ ansioso. Il momento sta per arrivare e questa lunga attesa si sta per concludere. Tra qualche ora si aprirà quella porta laggiù, una luce abbagliante mi invaderà e, per quanto sia ancora cieco, sarà come se il sole entrerà dentro di me.
Ho aspettato tanto, nove mesi, nove lunghissimi mesi durante i quali ho viaggiato, sono stato sballottato, ho riposato e mi sono trovato tra tantissime persone. Dapprima non capivo nulla, tutto era confuso, poi a mano a mano che i giorni passavano ho imparato a riconoscere i luoghi e quando qualcosa non mi andava ho scalciato per farmi sentire. La prima volta ricordo che sono stato circondate da attenzioni infinite perché si erano accorti, con sorpresa, che c’ero anch’io, per quanto lo sapevano perfettamente.
Ora che il momento è arrivato, sono tutti intorno a me, sorridenti, trepidanti, ansiosi di dare finalmente dei contorni a chi sino a questo momento può essere ancora solo immaginato. Anch’io muoio dalla curiosità di dare dei contorni. A quelle persone che mi sono state sempre attorno, vicine; a quelle che ogni tanto venivano a trovarmi, ma soprattutto a lei. A lei che, unica, è stata il mio contenitore, a lei che mi ha nutrito, a lei che ogni minuto ha pensato a me come il centro dell’universo e che lo farà per sempre. A lei che sarebbe pronta a offrire la sua vita se ce ne fosse bisogno. A lei che ha deformato il suo corpo per far si che io stessi comodo e cosi deformata si è sentita ancora più bella perché ero dentro di lei.
Tra qualche minuto nascerò: tutto è pronto e sono pronto anch’io a capire se i giorni che mi aspettano saranno belli come quelli che ho vissuto in questo meraviglioso paradiso.



giovedì 29 maggio 2008

La Fiaba e la Vita



C'era una volta la Fiaba,
un giorno mentre stava percorrendo il suo sentiero incontrò la Vita e non conoscendola, le chiese chi fosse e di parlarle un po' di se'. Quando la Vita finì il suo racconto si accorse che la fiaba stava piangendo e le chiese perchè. La Fiaba rispose : piango perchè pur con tutta la fantasia e le capacità narrative degli uomini non potrò mai provare esperienze come le tue; mille volte parleranno di me, di principi azzurri, scarpette di cristallo e di lupi cattivi, di cigni neri e casette di marzapane; però pur con tutte le parole di tutte le lingue del mondo non saprò mai raccontare e far conoscere agli uomini le emozioni ed i brividi di un grande amore che appartengono a te ed alla realtà.

(per Imma da Laura)

La Luna e il Lupo



Il branco guardava la luna, cercando riposo dal giorno, preparandosi già al domani; la valle incantata, sotto di loro,cullava l’argento del fiume.
Mentre la natura dormiva ed uomini scellerati progettavano distruzione e morte, i lupi seguivano il capobranco cercando un luogo sicuro per la notte.
Solo uno rimase lì, continuando a fissare la luna con il muso proteso verso di lei; ad un tratto si fece coraggio ed innalzando il suo canto struggente le dichiarò il suo amore.
Rimase lì anche quando sentì in lontananza il latrare dei cani incitati ed eccitati dalle urla dei cacciatori assetati di stupida e sorda vendetta; non si mosse nemmeno quando ormai ogni via di fuga verso la salvezza era preclusa e quell’orda inumana era ormai alle sue spalle; lanciò l’ultimo ululato disperato e lei gli mandò un raggio riflesso dal fiume, gli indicò la strada per raggiungerla; il lupo la seguì e la luna se lo portò via per sempre.

(scritto da Laura)

mercoledì 28 maggio 2008

Farfalla blu


Come posso cancellarti dalla mia mente,
chiudere gli occhi e non vederti sul cuscino,
come non accarezzare la tua immagine
che segue il volo della mia vita?
I giorni, le settimane, i mesi
si aggiungono a giorni,settimane, mesi
in una rincorsa di emozioni che nessuno può fermare.
Come posso fingere di non sentirti
quando la stessa aria porta il tuo profumo?
e la musica nasconde nelle sue note il tuo nome
Ti parlo nelle nostre sere senza fine
di emozioni, di calori, di cose senza senso
Tu ascolti, silenziosa,impaurita
gli occhi e la mente oltre gli orizzonti
Ti parlo e sei cosi lontana e vicina…
I tuoi sussurri, l’ansia, la rabbia
ancora la voglia di altre parole
Parole che angosciano e ti cullano
Ancora la voglia di carezze rubate di carezze mai date
soltanto sognate
Come posso chiudere il libro che parla di un sogno
e posarlo accanto ad altri che non parlano di nulla,
ritornare a giorni uguali
e fingere che nulla sia successo?
E tu, fragile dubbiosa tenera ,
tu che vorresti correre ,abbracciare ,amare
tu che freni lo slancio, lo uccidi, lo annienti
tu, piccola farfalla blu
puoi solo volare e poi posarti su un fiore ormai chiuso.


(maggio 2005)

domenica 25 maggio 2008

giovedì 22 maggio 2008

Il Mare e la Luna


Quando la Luna si affacciò sul grande Mare, subito dopo che il Sole se era andato, restò per un attimo senza fiato osservando i giochi di colore e la sua immagine riflessa. I gabbiani si erano ritirati sulle loro rocce, i delfini passavano tagliando in silenzio l'acqua, i pescatori uscivano per gettare le reti er nell'aria si respirava il profumo della salsedine.
La Luna guardò la superficie calma del Mare e restò per qualche attimo a lasciarsi lambire da quel bacio tenero, prima di salire come tutte le notti nel cielo

venerdì 9 maggio 2008

L'isola

C’era un posto dove, ogni tanto, mi piaceva fare un salto e fermarmi un po’, perché era una parentesi in cui mi sembrava di essere in intimità con le mie emozioni. Non era mio quel posto, tutti ci potevano andare ma pochissimi lo conoscevano e forse per questo lo sentivo come se un po’ mi appartenesse. C’era tanta pace e osservando con attenzione spesso si coglievano stimoli che altrimenti sarebbero passati inosservati. Non sempre, ma a volte mi era capitato, prima di andare via, di lasciare qualcosa di me, anche un piccolissimo segno a testimonianza della mia venuta e quasi una forma di ringraziamento a chi quel posto curava e manteneva cosi intimo.

Era davvero bello e forse proprio per la sua bellezza a poco a poco altri cominciarono a venirci, forse attratti dalle stesse mie emozioni , forse per sola curiosità o forse per poter lasciare un segno della loro presenza in modo che altri lo vedessero. Il proprietario di quell'isola non fece nulla per limitarne l'accesso, orogoglioso che tutti potessero far parte e godere di quel luogo

Ed allora capitò che, tornando li, vedendo quanti vi venivano ebbi la percezione che non sarebbe più stato il “mio posto”, l’isola sconosciuta dove mi rilassavo. Lo so, è egoistico pensare che un posto cosi bello non si sarebbe riempito di gente: gente che stava in silenzio, gente che gridava, gente simpatica, gente antipatica. Gente di ogni tipo che, come me, aveva tutto il diritto di entrare in quei luoghi. Però è stato un peccato per me, sapere che le emozioni provate nei primi momenti non le avrei potute provare mai più.