Da quasi due mesi preparo il pane in casa. Iniziai perché da quando mi trasferii in questa casa ero lontano dal forno dove andavo sempre a comprarlo. Un pane squisito ai 5 cereali che sbonconcellavo per metà tornando verso casa.
Un giorno pensai che sarebbe stato bello farlo da me e già il pensiero era sfida, come altre volte avevo lanciate a me stesso.
Come sempre in questi casi, andai su internet, cercai, trovai, lessi. Scoprii che esisteva una farina del tipo Manitoba, che la vendevano tranquillamente in svariato posti; scoprii dove acquistare il sesamo, il papavero, l’avena. Avevo già in precedenza avuto contatti con l’impasto di farina però quello che stavo preparando per il pane era qualcosa di assolutamente eccezionale.
L’acqua e il pane rappresentano per me l’essenza della vita, non sono soltanto elementi indispensabili all’uomo ma sono la metafora del nostro essere su questo mondo. Ecco che per questo ho sempre creduto che fosse necessario per me dar forma e far nascere dalle e nelle mie mani questo simbolo primordiale.
Mescolare farina acqua sale lievito, impastare, sentire che sotto le dita diventavano una cosa unica, assaporarne gli odori, lisciarla, coprirla, riporla al caldo, vederla crescere è stato come assistere alla nascita di un essere umano. Dapprima informe e poi sempre più definito.
Poi quando nel forno prese colore, quando l’odore riempii la stanza, quando lo sentii caldo nelle mie mani, quando ne gustai il primo assaggio fu come aver scoperto il corpo di una donna che si offriva alla mia fame.